Nuova opzione terapeutica per il linfoma diffuso a grandi cellule B

(Adnkronos) – Si è recentemente concluso a Bologna, l’evento dal titolo “AmaZyng! a New treatment option for R/R DLBCL”, promosso da Sobi, a cui hanno partecipato i più autorevoli ematologi e oncoematologi a livello nazionale ed internazionale. Il tema al centro del dibattito è un nuovo trattamento per il linfoma diffuso a grandi cellule B, loncastuximab tesirine, che è entrato nella pratica clinica in Italia a marzo di quest’anno, come trattamento per i pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B e linfoma ad alto grado a cellule B, recidivanti o refrattari, dopo due o più linee di terapia sistemica.

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Società italiana Pediatria, Rino Agostiniani è il nuovo presidente

Società italiana Pediatria, Rino Agostiniani è il nuovo presidente

(Adnkronos) – Rino Agostiniani, direttore dell’Area Pediatria e Neonatologia dell’Azienda Usl Toscana Centro, è il nuovo presidente della Società italiana di Pediatria, storica società scientifica che associa circa 11mila pediatri italiani del mondo ospedaliero, universitario e del territorio. È stato eletto in occasione del 79esimo congresso italiano di Pediatria che si è appena concluso a Firenze. Entrerà in carica il primo gennaio 2025, succedendo alla Presidente uscente Annamaria Staiano, che Agostiniani ha affiancato in questi anni come Tesoriere.

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Nuovo farmaco per il linfoma diffuso a grandi cellule, Zinzani: “Colpisce in maniera intelligente la cellula neoplastica”

(Adnkronos) – “Loncastuximab tesirine, recentemente introdotto nella pratica clinica in Italia per il trattamento del linfoma diffuso a grandi cellule, è un anti-CD19, che veicola una sostanza citotossica direttamente sulla superficie della cellula neoplastica. Una volta legato, il farmaco crea un “foro” nella parete cellulare attraverso il quale rilascia la sostanza citotossica. L’azione è altamente mirata, riducendo così la tossicità sui tessuti sani e concentrandosi in maniera intelligente sulle cellule neoplastiche e su quelle adiacenti,” ha spiegato Pier Luigi Zinzani, Direttore dell’Istituto di Ematologia “Lorenzo Ariosto Seràgnoli” dell’Università di Bologna.

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Loncastuximab tesirine, Patti: “Un trattamento efficace con un’azione rapida”

(Adnkronos) – “Nonostante nel linfoma diffuso a grandi cellule B si stia assistendo a un notevole miglioramento della prognosi, negli ultimi cinque anni, grazie alla disponibilità di numerosi farmaci e trattamenti innovativi, purtroppo non siamo ancora in grado di guarire tutti i pazienti. Per questo motivo, ogni nuova introduzione nell’armamentario terapeutico rappresenta sia per i pazienti che per i clinici, un’opportunità importante, come quella di loncastuximab tesirine. Questo farmaco consente di trattare pazienti, spesso già pesantemente pretrattati,  o anziani, che costituiscono la maggioranza dei casi trattati in ematologia italiana. È, inoltre, un trattamento efficace, con risultati visibili già entro due mesi, ha un buon profilo di tollerabilità, non richiede ricovero, ed è una terapia a tempo definito. È accessibile alla stragrande maggioranza dei pazienti, anche a coloro che hanno già ricevuto trattamenti con CAR-T. Questo lo rende particolarmente vantaggioso e utilizzabile in diversi contesti,” ha commentato Caterina Patti, Direttore del reparto di oncoematologia dell’Ospedale Cervello di Palermo.

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Linfoma diffuso su grandi cellule B, Hamadani: “Considerato aggressivo, le cellule crescono rapidamente”

(Adnkronos) – “Il linfoma diffuso a grandi cellule B è il tipo più comune di linfoma non-Hodgkin. È generalmente considerato un linfoma aggressivo. Senza trattamento, la prognosi per i pazienti è generalmente sfavorevole. Negli Stati Uniti, si registrano circa 20.000-25.000 casi ogni anno. In Italia, si contano circa 4.000-5.000 nuovi casi. La malattia è curabile nella grande maggioranza dei pazienti. Dal punto di vista epidemiologico, è leggermente più comune nei maschi. L’incidenza della malattia aumenta con l’età. Pertanto, l’età media alla diagnosi è generalmente verso la fine della sesta decade della vita. Questa malattia è più comune nei pazienti di origine europea, quindi più frequente nei bianchi”, ha spiegato Mehdi H. Hamadani, Director, BMT & Cellular Therapy Program at Medical College of Wisconsin

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