Malattie rare, internista Palladini: “Amiloidosi difficili da diagnosticare, sintomi simili a quelli di patologie più comuni”

(Adnkronos) – “La causa delle amiloidosi sta nella deposizione di proteine prodotte dal nostro corpo nei tessuti. La difficoltà nell’individuazione della patologia sta nel fatto che i sintomi mimano quelli di condizioni meno rare”. Così Giovanni Palladini, medico internista, direttore del Centro amiloidosi sistemiche e malattie ad alta complessità della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia e professore di Biochimica clinica e Biologia molecolare clinica presso l’università di Pavia, in occasione dell’incontro con la stampa dal titolo “Amiloidosi cardiaca: quando il cuore nasconde una malattia rara” che si è tenuto oggi a Milano presso la sede di Bayer Italia.

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Malattie rare, cardiologa Carigi: “In amiloidosi accumuli proteici interessano in modo particolare il cuore”

(Adnkronos) – “L’amiloidosi cardiaca può essere causata da diverse proteine che, sfaldandosi, producono fibrille di amiloide che si depositano negli spazi extracellulari dei vari organi e tessuti. Uno dei principali tessuti in cui si depositano, soprattutto nella forma da transtiretina, è il cuore. Non è ben noto perché la amiloidosi prediliga in maniera particolare questo organo, si suppone che i meccanismi siano diversi, tra i quali il fatto che il cuore è un organo in movimento, quindi nella fase sisto-diastolica lo stress ossidativo che produce è notevole, e questo può favorire l’instabilità delle proteine circolanti. È, inoltre, un organo molto vascolarizzato ed è quindi esposto ad alti livelli di proteine circolanti”. Parole di Samuela Carigi, cardiologo responsabile dell’Ambulatorio scompenso e cardiomiopatie dell’ospedale Infermi di Rimini dell’Ausl Romagna, in occasione dell’incontro con la stampa dal titolo “Amiloidosi cardiaca: quando il cuore nasconde una malattia rara” che si è tenuto oggi a Milano presso la sede di Bayer Italia.

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Cancro polmone, nuova strategia rende operabili casi avanzati

Cancro polmone, nuova strategia rende operabili casi avanzati

(Adnkronos) – Nuove speranze contro il tumore al polmone avanzato. Un importante passo avanti nella possibilità di cura arriva da uno studio internazionale pubblicato su ‘Jama Oncology’, che propone un approccio terapeutico innovativo per i pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio III avanzato e non operabili, consentendo l’asportartazione in casi in cui non c’era questa opzione. La ricerca è frutto di una collaborazione tra centri di eccellenza in Italia e Stati Uniti che ha coinvolto, con il coordinamento dell’Ifo-Istituto nazionale tumori Regina Elena (Ire), il Dana-Farber Cancer Institute di Boston e il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York.

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