Tumori, in Ieo 698 trial attivi, 'porta di accesso alle nuove terapie anticancro'

Tumori, in Ieo 698 trial attivi, ‘porta di accesso alle nuove terapie anticancro’

(Adnkronos) – Sono oltre 6.400 i pazienti arruolati nei 698 studi attivi presso l’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, pari al 70% dei trial in corso in Italia. Il 54% sono studi multicentrici internazionali, il 27% studi multicentrici nazionali e il 19% studi mono-istituzionali, di cui l’Ieo è ideatore e promotore. Partecipando al terzo Clinical Trial Day nazionale (20 maggio), l’Irccs fondato da Umberto Veronesi fa il punto sul “vero punto di forza” dell’istituto. Gli studi clinici: “Uno strumento essenziale per offrire ai pazienti oncologici un veloce accesso alle nuove terapie e più in generale all’innovazione in ambito diagnostico e terapeutico”.

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Istat, ingresso in vecchiaia dopo i 74 anni, più in salute e istruiti

Istat, ingresso in vecchiaia dopo i 74 anni, più in salute e istruiti

(Adnkronos) – “Lo spostamento in avanti delle principali tappe che contraddistinguono i percorsi di vita riguarda anche l’età in cui si diventa anziani. In demografia la soglia dei 65 anni, un’età storicamente legata all’uscita dal mercato del lavoro, definisce convenzionalmente l’ingresso nella vecchiaia. Tuttavia, con l’aumento della longevità e il miglioramento delle condizioni di vita, oggi a 65 anni molte persone vivono in buona salute, lavorano, mantengono una vita attiva e partecipano pienamente alla società. Per cogliere meglio l’entità della popolazione anziana, si propone un approccio dinamico per la determinazione della soglia della vecchiaia, ben noto in demografia, che considera non l’età anagrafica fissa, ma la speranza di vita residua”. Così l’Istat nel Rapporto annuale 2025-La situazione del Paese, pubblicato oggi.

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Istat, negli ultimi 20 anni calo fecondità con riduzione costante del numero di figli

Istat, negli ultimi 20 anni calo fecondità con riduzione costante del numero di figli

(Adnkronos) – Uno dei tratti distintivi della seconda transizione demografica è “la fecondità bassa e tardiva. L’analisi per generazione permette di cogliere i cambiamenti nei comportamenti riproduttivi, al di là delle fluttuazioni di breve periodo: dal baby boom degli anni Cinquanta e Sessanta, al crollo successivo fino alla metà degli anni Novanta, seguito da una modesta ripresa tra il 1996 e il 2008, sostenuta in gran parte dalle nascite da genitori stranieri. Dagli anni seguenti, tuttavia, si registra un nuovo calo della fecondità, tuttora in corso. Osservando le generazioni di donne che hanno concluso la loro storia riproduttiva, si nota una riduzione costante del numero medio di figli. Nel Nord, le donne nate nel 1933 avevano già in media meno di 2 figli, una soglia raggiunta nel Centro con la generazione del 1939 e nel Mezzogiorno solo con quella del 1961. Per le donne oggi quarantenni, si stima una discendenza finale ancora più bassa: in media 1,44 figli per donna”. Lo evidenzia l’Istat nel Rapporto annuale 2025-La situazione del Paese, pubblicato oggi.

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Istat, nel 2024 picco storico longevità ma meno anni in buone condizioni

Istat, nel 2024 picco storico longevità ma meno anni in buone condizioni

(Adnkronos) – “La speranza di vita in buona salute rappresenta una sintesi efficace delle sfide poste da una società che invecchia: non basta vivere più a lungo, occorre garantire che gli anni guadagnati siano vissuti in autonomia e con una migliore qualità della vita. Nel 2024 si è raggiunto un nuovo massimo storico dell’aspettativa di vita (gli uomini possono contare di vivere in media 81,4 anni e le donne 85,5)”, ma “a fronte di questi recuperi di longevità, conseguiti nel periodo post-pandemico, l’indicatore che stima gli anni attesi di vita in buone condizioni di salute continua a ridursi”. Lo evidenzia l’Istat nel Rapporto annuale 2025-La situazione del Paese, pubblicato oggi.

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Tecnologia mRNA: in Regione Liguria il confronto tra innovazione scientifica e salute pubblica

(Adnkronos) – Favorire l’interlocuzione strutturata tra mondo scientifico, clinico e istituzionale, con particolare attenzione alla capacità delle nuove piattaforme tecnologiche di rispondere alle esigenze emergenti della sanità pubblica.

È questo l’obiettivo dell’incontro dal titolo “L’innovazione della tecnologia mRNA tenutosi presso la Sala Auditorium Caduti di Nassiriya del Palazzo della Regione Liguria.

Dalle potenzialità scientifiche alle opportunità per la sanità regionale, l’incontro è stato un momento di dialogo per stimolare un confronto approfondito sulle prospettive che la medicina di nuova generazione può offrire al servizio della prevenzione e della salute dei cittadini.

L’appuntamento ha visto tra i partecipanti amministratori pubblici, dirigenti sanitari, accademici, medici e rappresentanti delle associazioni di pazienti.

Durante la tavola rotonda, numerosi esperti – tra cui dirigenti dell’Azienda Ligure Sanitaria (A.Li.Sa.), professionisti delle ASL, rappresentanti di società scientifiche e del mondo accademico – hanno condiviso riflessioni e scenari sulla possibile integrazione della tecnologia mRNA nei percorsi sanitari regionali, nell’ottica di un’evoluzione organizzativa e clinica sempre più orientata al valore.

L’iniziativa intende inoltre sostenere una cultura della collaborazione e della pianificazione integrata, capace di accompagnare il sistema sanitario regionale verso modelli più innovativi, resilienti e centrati sulla persona.

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